LA CONSACRAZIONE

(Romani 12:1)


Con questo capitolo, comincia l'ultima parte della lettera ai Romani. L'apostolo lascia l'esposizione dottrinale ed affronta degli argomenti di ordine pratico, che riguardano la vita cristiana. Il primo versetto del capitolo 12 presenta un tema di fondamentale importanza: LA CONSACRAZIONE A DIO, o, per usare un'altra espressione, LA DEDIZIONE AL SERVIZIO SPIRITUALE, ossia IL VERO CULTO.


Il versetto in questione presenta tre aspetti complementari di questo importante argomento: le motivazioni, l'offerta di sé, la natura del vero culto spirituale.


LE MOTIVAZIONI

La consacrazione è strettamente collegata all'opera di Dio nella nostra vita. Dobbiamo consacrarci a Dio perché Egli ci ha grandemente amati e, nella sua misericordia, ci ha salvati. Consacrarci a Dio è un dovere morale per tutti noi.


Ecco alcune valide (e soprattutto bibliche) motivazioni della nostra consacrazione:

1) La misericordia e le compassioni di Dio (Efesini 2:1-7);

2) La contemplazione e la comprensione del sacrificio di Cristo (2Corinzi 5:14,15; Galati 2:20);

3) Un profondo sentimento di gratitudine. Es: uno dei dieci lebbrosi, Maria Maddalena;

4) La risposta convinta e consapevole alla chiamata del Signore ("che debbo fare?" Atti 22:10);

5) Il desiderio della proclamazione della gloria di Dio (1Pietro 2:9,10; 4:11).


Motivazioni errate: acquisizioni di meriti, tentativo di placare l'ira di Dio, ricerca della gloria personale, uno spirito di rivalità e d'invidia (Filippesi 1:15-17; Efesini 6:6).


L'OFFERTA DI SE'

L'apostolo Paolo afferma "vi esorto... a presentare i vostri corpi in sacrificio...". Considerando l'insegnamento globale delle Scritture, è evidente, che Paolo non vuole riferirsi esclusivamente all'offerta dei nostri corpi, tralasciando l'anima e lo spirito. Il sacrificio richiesto ai credenti riguarda l'intero essere.

Prima di offrire se stessi a Dio, DOBBIAMO SAPER RINUNCIARE A NOI STESSI. Leggiamo questi passi delle Scritture: Matteo 16:24; Galati 2:20; 5:24; Luca 14:33; 1Corinzi 9:27.


Cosa significa offrire il proprio corpo (o l'intero essere) in sacrificio?

Anticamente venivano offerti sacrifici di diversa natura e di diverso significato. I sacrifici fondamentali erano, comunque, quello per l'espiazione dei peccati e quello di azioni di grazie, di gratitudine e riconoscenza.

Il sacrificio per il peccato è stato compiuto da Cristo Gesù una volta per sempre e per tutti gli uomini.

Noi offriamo la nostra vita in sacrificio in segno di riconoscenza e consacrazione a Dio che ci ha salvati.

Leggiamo la Scrittura: 1Pietro 1:17-19; Romani 6:13; 1Pietro 2:4,5


A proposito dell'offerta dei nostri corpi, ricordiamo alcune verità essenziali:

• Non dobbiamo danneggiare i nostri corpi (1Corinzi 3:17);

• Non dobbiamo usare il nostro corpo per metterci in evidenza (abbigliamento, acconciature, atteggiamenti);

• Non dobbiamo farci dominare dagli impulsi del nostro corpo (1Corinzi 6:12; 1Tessalonicesi 4:3-5).


RICORDIAMOCI DI GLORIFICARE DIO NEL NOSTRO CORPO (1Corinzi 6:19,20).


IL CULTO SPIRITUALE

L'offerta del proprio essere in sacrificio vivente si concretizza, manifestandosi in modo evidente, nel culto spirituale o razionale.


Perché Paolo parla di un culto razionale (o logico)?


I culti non cristiani o falsamente cristiani sono costituiti da un insieme di riti, cerimoniali, pratiche vuote e sterili, formule liturgiche e dono votivi. Spesso questi atti di culto sono illogici, carnali e inconcludenti, nonché pieni di ipocrisia e falsità.


Il culto gradito a Dio consiste, invece, NELL'OFFERTA DEL PROPRIO ESSERE TUTTI I GIORNI, PER TUTTA LA VITA. Il culto spirituale non si esaurisce nell'adorazione, nel canto e nella preghiera in certi giorni particolari, ma viene offerto a Dio con la consacrazione della nostra vita, con la fede e l'ubbidienza alla Parola di Dio.


Vediamo cosa dice la Scrittura: Filippesi 4:18; Ebrei 13:16; Giacomo 1:27.

Per offrire questo culto, abbiamo bisogno dell'auto dello Spirito Santo (Filippesi 3:3).


Antonino Mancuso

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